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Tfr saluta per sempre la busta paga: un ritorno al passato

Il TFR è di nuovo fuori la busta paga: si ritorna dunque ad accumularlo e il lavoratore lo ricevere a fine rapporto lavorativo. Ecco i vantaggi.

Novità in busta paga per quanto riguarda il TFR che a partire da luglio non verrà più erogato mese per mese ma accantonato presso l’azienda. La sperimentazione voluta da Matteo Renzi, dal 2015, è tramontata. Lo stop è stato annuncia l’Inps con il messaggio n. 2791 del 10 luglio 2018.

Dunque i lavoratori non riceveranno più il rateo mensile del TFR matura in busta paga. L’accantonamento porterà ad accumulare la somma che sarà versata al dipendente quando lascerà l’azienda a termine rapporto di lavoro.

Tfr saluta per sempre la busta paga: un ritorno al passato

Si ritorna dunque alla disciplina ordinaria dell’articolo 2120 del Codice Civile:

Ogni caso di cessazione del rapporto di lavoro subordinato, il prestatore di lavoro ha diritto ad un trattamento di fine rapporto. Tale trattamento si calcola sommando per ciascun anno di servizio una quota pari e comunque non superiore all’importo della retribuzione dovuta per l’anno stesso divisa per 13,5. La quota è proporzionalmente ridotta per le frazioni di anno, computandosi come mese intero le frazioni di mese uguali o superiori a 15 giorni.

Molti dipendenti, tuttavia, non hanno deciso di aderire all’iniziativa del rateo mensile TFR visto che questo era soggetto ad una tassazione ordinaria più pesante. Ciò non accade con l’accantonamento, ovvero il TFR liquidato al termine del rapporto di lavoro che beneficia di una tassazione separata

Il lavoratore dipendente, dunque, potrà decidere di accantonare il TFR in queste tre modalità:

  • all’interno dell’azienda;
  • al Fondo di Tesoreria INPS;
  • oppure, ad una forma pensionistica complementare di destinazione.

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