Ebbene sì. La provola napoletana ha origini più antiche della mozzarella che nel 1600 veniva considerata come alimento di secondaria importanza.
Partiamo dall’etimologia del nome che ci racconta sempre tante cose circa le origini. Provala deriva dalla parola “Pruvatura“, Pruvula” o “Prova“: un campione veniva prelevato per farlo assaggiare e controllare che fosse buona prima di ultimare la preparazione. Infatti questo tipo di formaggio posto sul pane che si faceva assaggiare ai religiosi che si recavano in processione presso il monastero di San Lorenzo in Capua, provincia di Caserta.
Le sue origini sono antichissime, come vi abbiamo anticipato risalgono al ‘600. È la pasta filata presente anche nei presepi napoletani da sempre. Pare che la prima volta fu lavorata nel Medioevo, da un gruppo di monaci. La paternità, insieme alla Campania, la rivendica anche il Molise. Tuttavia è difficile individuare con certezza la zona di origine, visto che bisognerebbe parlare di tecnica di lavorazione attraverso la filatura più che di un vero e proprio formaggio.
Una variante molto gustosa della provola è la “sorella scamorza“, sia bianca che affumicata. Voi quale preferite?