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domenica, Ottobre 6, 2024
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Classificazione del rischio sismico in Campania: 800mila fabbricati in zone pericolose

Come ricorda ilmeteo.it l’Italia intera è un paese ad alta sismicità da Nord a Sud. Prevenzione non ce n’è, piani adeguati per affrontare situazioni simili non sono mai stati attuati e ora, la penisola, è ancora sconvolta per il terremoto avvenuto in Centro Italia lo scorso 24 agosto che ha mietuto circa 300 vittime oltre a distruggere intere cittadine come Amatrice, Accumoli e Arquata.
Classificazione del rischio sismico in Campania: 800mila fabbricati in zone pericolose

Lo sciame sismico che ha raso al suole le comunità in provincia di Rieti, di solito deserte, ma nel mese di agosto ripopolate per la famosa festa dell’Amatriciana e per il rientro dalle vacanze per chi lavora all’estero o per i studenti, è stato avvertito fino in Campania e soprattutto a Napoli. La città, insieme alle altre province, nel 1980, fu colpita da un terremoto simile, ricordato come il terremoto dell’Irpinia, in provincia di Avellino, dove le vittime furono molte di più, circa 2.914.

Avellino, come le altre zone appeniniche dell’Italia, a partire dalla Sila e dal Friuli, sono le aree a più alto livello sismico. Un rischio basso invece coinvolge il Piemonte e alcune zone del Trentino.

Classificazione sismica comuni Campania

Anche la Campania, in parte, è zona rossa per l’alto livello sismico. Tuttavia la città di Napoli pare non sia particolarmente interessata all’elevato gravità degli eventi sismici. Zone più a rischio sono quelle del monte Matese, Sannio e dell’Irpinia. Ad ogni modo, in tutta la regione vi sono ben 4608 scuole, 259 ospedali e 865.778 fabbricati, pubblici e privati, che si trovano in aree ad alto livello sismico. Invece, il vero problema del capoluogo riguarda l’anzianità degli edifici visto che il 70 per cento di essi hanno più di quarant’anni.

A sottolineare tale dato Legambiente: “In Campania il 90 per cento degli edifici sorge nelle aree potenzialmente ad elevato rischio sismico ed oltre 2 milioni (88 per cento del totale) sono le abitazioni esistenti in aree a rischio. Inoltre, sono 4.608 gli edifici scolastici pari all’88 per cento del totale, ad essere stati costruiti in zone potenzialmente ad elevato rischio sismico. Stessa cosa per ben 259 edifici ospedalieri, l’88 per cento del totale”.

Napoli corre altri rischi come le frane e alluvioni. Come riporta laRepubblica.it secondo alcune ricerche nella sola città metropolitana di Napoli 140.528 persone abitano “in zone a pericolosità molto elevata ed elevata da frana e a pericolosità media di alluvione“. Nella sola Napoli sono 45.943. A giudizio dell’ente guidato da Stefano Sorvino, questo combinato di rischi può “provocare perdite umane e il crollo o la perdita di funzionalità dell’edificio“. A guardare i dati elaborati dal responsabile della programmazione Mario Sica, poi, si scopre che il 91,5 per cento dei Comuni è interessato “da pericolosità molto elevata o elevata da frana e/o pericolosità media da alluvione”.

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