Un patrimonio storico artistico infinito quello degli scavi di Pompei. Con una certa regolarità emergono nuovi manufatti e intere aree precedentemente sepolte dalle ceneri del Vesuvio. E ancora una volta la Regio V ha restituito uno straordinario Thermopolium con affreschi e colori ancora luminosi. In sostanza si tratta di una sorta di “fast food” dell’antichità, un moderno take away dove i cittadini portavano via il cibo appena cucinato o lo consumavano in loco.
Locali del genere sono già stati rinvenuti nel sito archeologico, ma sembra che questo si conservi particolarmente bene. Gli affreschi, in questo caso, sono quelli a colpire di più forse perché ancora ben visibili. Si nota infatti uno schiavo intento a offrire servizio, dall’altro lato della taberna è invece possibile scorgere Nereide che regge la cetra.
Dunque il “cibo da strada” quello che oggi chiamiamo street food, o anche i fast food, non sono un’americanata. Già i romani avevano intuito quanto fosse prezioso il tempo e consumare un pasto caldo in maniera semplice e veloce era molto importante, soprattutto per non togliere tempo agli affari.
Non a caso a Pompei sono stati rinvenuti circa 200 Thermopolium. Il più importante è quello di Lucius Vetutius Placidus in via dell’Abbondanza, perché uno dei meglio conservati. All’interno del locale sono state ritrovate anche delle monete, probabilmente fanno riferimento al compenso incassato durante la giornata prima che il Vesuvio spazzasse via ogni cosa. Oggi quelle monete sono esposte nella sezione della numismatica del Museo Archeologico Nazionale di Napoli.