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lunedì, Novembre 11, 2024
Homestoria e leggendeUn altro “Miracolo” di San Gennaro: trovata terza ampolla col suo sangue

Un altro “Miracolo” di San Gennaro: trovata terza ampolla col suo sangue

A Napoli si grida già al miracolo. Una terza ampolla contenente il sangue di San Gennaro è stata ritrovata nel Complesso Monumentale Vincenziano alla Sanità.

E si parla già di miracolo se i napoletani pensano che, per volere del loro Santo Patrono, è stata scoperta un’altra delle sue reliquie, per confermare maggiormente la propria presenza tra il popolo partenopeo. Al Rione Sanità, tra i misteri del Borgo dei Vergini, è stata scoperta un terza ampolla in cui è custodito il sangue di San Gennaro.

Un altro “Miracolo” di San Gennaro: trovata terza ampolla col suo sangue

Il prezioso oggetto, contente la reliquia del Santo, si trova all’interno del Complesso Monumentale Vincenziano. Almeno, per una volta, si parlerà del quartiere Sanità collegandolo ad un piacevole episodio e non solo a fatti di cronaca nera.

Dal valore inestimabile, l’ampolla, è stata ritrovata dai membri dell’Associazione GettalaRete. In particolare il suo vicepresidente, Giovanna Moresco, racconta la scoperta ai microfoni de Il Mattino:

All’interno del Complesso Monumentale dei Vergini c’è un mondo da esplorare. Tramite la nostra Associazione è possibile visitare la Cappella delle Reliquie, di architettura vanvitelliana. Essa contiene le reliquie dei Santi martiri, conservate in ostensori settecentesche di legno intagliato e dorate, e il misterioso quadro dell’Anima Dannata, giunto da Firenze nel XVII secolo. Insieme ai Padri missionari vincenziani, la scorsa estate abbiamo lavorato alla riordinazione e catalogazione dei vari reperti custoditi nelle diverse aree del Complesso. Fra di essi è stata rinvenuta un’ulteriore ampolla. Come ogni altra reliquia all’interno della Cappella, anche questa era corredata di autentica vescovile, grazie alla quale è stato possibile verificare che si tratta proprio del sangue del nostro Patrono Martire, donato ai padri missionari nel 1793.

Come ulteriore testimonianza dell’originalità del sangue, nella Cappella dove è stata ritrovata l’ampolla, vi era anche un certificato di autenticità emesso della Santa Sede.
Al momento del ritrovamento il sangue era liquefatto
. Dunque i napoletani possono fare sogni tranquilli.

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