La cazzimma che cos’è? Prima di Alessandro Siani molti italiani ne ignoravano l’esistenza, o tuttavia facevano fatica a capirne il senso più profondo. Il regista e attore napoletano però è intervenuto con una spiegazione fresca e incisiva per far capire a tutti cosa voglia dire “tenere la cazzimma“: “Che cos’è la cazzima? Nun t’o bboglio ricere, chest’è ’a cazzimma!” che tradotto in italiano significa letteralmente “Che cos’è la cazzimma? Non te lo voglio dire, ecco questa è la cazzimma!”.
La cazzimma viene impiegata ovunque, non conosce confini: dalla cultura alla religione, dalla politica alla vita quotidiana, insomma ha mille volti. Ma quando esce fuori? Si nasce o si diventa cazzimmosi già in tenera età? Fatto sta che tutti gli essere umani ne sono dotati: si tratta di astuzia, furbizia, perfidia, prepotenza, cinismo o anche bastardaggine che la espressivissima lingua napoletana riassume in un solo vocabolo, appunto: cazzimma!
Come già accennato la cazzimma può fiorire anche in tenera età, tra i banchi di scuola, a volte per difendersi e sopravvivere da compagni di banco particolarmente cattivi o anche per inclinazione naturale. Con questo articolo speriamo di inaugurare un ciclo di esempi di cazzimma vera e oggi vogliamo appunto partire dalla cazzimma scolastica, rifacendoci ad un episodio divertente.
Tutti conoscerete il famosissimo film “Io speriamo che me la cavo”, interpretato da un eccellente Paolo Villaggio e diretto dalla grande regista come Lina Wertmuller. Tratto dal libro del maestro napoletano Marcello D’Orta, che raccoglie una serie di temi svolti dai propri alunni di Arzano, oggi anche noi ve ne vogliamo riportare uno. La traccia del tema si presta al caso nostro e consente ad uno degli alunni di far breccia nel significato di “cazzimma”. La traccia è la seguente: “Parala del tuo vicino di banco“; beh, certo, lascia a desiderare in forma e ortografia ma il contenuto è sfavillante.
Il mio vicino di banco non è nessuno, sono tutti lontani, perché io essendo che mi comporto malissimo, il provesore mi a meso da solo, per non parlare col vicino di banco. io però li vedo lo stesso gli altri, giustino, Mimmo, Pasquale, Flora. Giustino parla iù di me però non sta solo, vorei sapere perché? Flora cià i pidocchi intesta e fa bene che non è la mia vicina di banco. Flora, mò è inutile che piangi che o detto cuesto, perche è la verità. Mimmuccio fà sempre filone il venerdì, io lo so perché, ma non lo posso dire, se no ci vanno tutti quanti. Pasquale è bravo ma non a voce. Antonio quanto viene al catechismo si porta sembre la marenna e don Peppino lo crida.
io so i fatti di tutti quanti, ma non è giusto che sto solo.
Questa si che è una grande cazzimma, del tipo anche vendicativa! Rivelare al maestro tutte le malefatte dei propri compagni perché confinato sempre da solo all’ultimo banco.