Una specialità dello street food partenopeo. Una leccornia antica tra i napoletani. Ancora oggi si prepara in casa, ma è che facile trovarne ad esempio nel centro storico della città. Non è difficile imbattersi in botteghe tradizionali, macellerie e anche carretti ambulanti che vendono ‘o pere e ‘o musso già condito alla maniera tipica della cucina popolare napoletana.
Non tutti sanno che ‘o pere e ‘o musso provengano da due animali differenti
Ma non tutti sanno però da dove derivi ‘o pere e ‘o musso. Erroneamente si pensa siano tutti pezzi provenienti dal maiale, ma non è esattamente così. ‘O pere, ovvero il piede, è effettivamente del porco, mentre ‘o musso, ovvero il muso, proviene invece dal vitello. Vi starete chiedendo come si fa a prepararlo e a mangiarlo? Per i veri intenditori questa è una vera specialità e inoltre c’è da considerare che la cucina povera campana tradizionalmente non gettava nulla, soprattutto in tempi di carestia quando il cibo scarseggiava.
Questi prodotti vengono di solito depilati, bolliti, raffreddati e tagliati in piccoli pezzi; serviti freddi e conditi semplicemente con sale e limone. Come del resto anche la trippa, si prepara allo stesso modo utilizzando gli scarti però della mucca. Tuttavia queste specialità potete trovarle tranquillamente anche in altre regioni come il Molise o anche in provincia di Foggia, su quei carretti che ricordano il tipico cibo “da festa”.
'O pere e 'o musso
Ingredienti
- piede del maiale
- muso del vitello
- sale
- limone
Preparazione
- Non preoccupatevi della bollitura. Dovreste chiedere al vostro macellaio di fiducia i pezzi del maiale e del vitello già depilati e bolliti. Una volta acquistati lavateli sotto l’acqua corrente fredda. Dopodiché asciugateli bene con un panno pulito.
- Tagliateli a pezzetti e versateli in un ampio contenitore condendo con limone (in abbondanza) e sale.
- Mescolate tutto per bene e adornate con qualche fettina di limone.
Curiosità
Tra i venditori ambulanti di questa specialità, in passato, la salatura avveniva per aspersione, cioè servendosi di uno strumento come il corno di animale bucato all’estremetià che serviva da dosatore. Una fotografia caratteristica di una tradizione antica che tuttavia potreste trovare ancora in auge in alcuni carretti del centro di Napoli.