Lady Oscar è il personaggio nato dalla penna di Riyoko Ikeda, prolifera scrittrice di manga giapponesi. L’autrice del fumetto ha dato vita ad uno dei personaggi più femminili mai esistiti, se si ha l’intelligenza di mettere da parte il discorso sull’ambiguità sessuale infondato.
Sia il manga che l’anime arriva in Italia censurato, smozzicato delle scene più belle e significative. Magari quelle che avrebbero fatto comprendere ancora di più l’identità di una donna guerriera. Una donna che indossando l’uniforme segna quel limite impercettibile tra identità sessuale e di genere di una donna travestita da uomo. Forte, nella sua uniforme, lontana dai quei morbidi abiti che servivano solo a spalancare la strada per un matrimonio con il primo orso nobile di turno.
Chissà, magari Lady Oscar è realmente esistita. E magari ad ispirare l’autrice giapponese è stata una guerriera, una donna che indossava un’uniforme, non francese ma puteolana. Si chiamava Maria. Vissuta nel XIV secolo, una delle comandanti dell’esercito di Roberto D’Angiò e accanto al quale impugnò le armi per difendere il reame dai pirati e dagli aragonesi.
Maria Puteolana è una figura semileggendaria della città di Pozzuoli. A fornire informazioni su questa donna che si muoveva in scintillanti armature è Francesco Petrarca quando nel 1341 in visita a Pozzuoli incontrò la donna accanto al Re angioino: “famosissima virago Maria, detta poi Maria Puteolana“. Il Petrarca racconta di averla incontrata quando era ancora fanciulla, ma quel giorno: “quando si è fatta innanzi e mi ha salutato, bardata da guerra e al comando di un manipolo di soldati, ne sono rimasto sbalordito. Poi sotto quell’elmo ho riconosciuto la sua femminilità“.
Una donna dal sangue ardente, disprezzante della morte, perse la vita combattendo difendendo il re dai pirati. Viene descritta come una donna morigerata, astemia e parsimoniosa sia nell’alimentazione che nelle parole. Purtroppo di lei non si hanno molte informazioni; forse dovuto al suo riserbo circa la sua sessualità per continuare a combattere, preservando la sua virtù per un bene più grande, il bene della propria patria.
Sempre il Petrarca parla di una particolare prova alla quale la donna guerriero sottoponeva chi esprimeva il desiderio di sfidarla. Sia ai soldati che ai curiosi che andavano a farle visita, increduli davanti a tanta eleganza e forza, poneva loro un masso in cui era conficcato un palo di ferro e invitava tutti a smuoverlo. Nessun uomo riusciva a spostare quell’imponente sasso che invece, lei, Maria Puteolana, sollevava con tanta semplicità, caricandolo e lanciandolo lontano per decine e decine di metri.
Maria Puteolana: una Lady Oscar napoletana
Tuttavia, Maria Puteolana, venne chiamata anche Maria la pazza e oggi, a Pozzuoli, esiste una strada a lei intitolata. Una Lady Oscar napoletana, che sacrificò il proprio corpo femmineo in una corazza, indossando un nome diverso e il silenzio per non dare adito a pettegolezzi. Di questa donna però, a differenza dell’eroina della rivoluzione francese, non si narrano gli amori, ma solo le valorose battaglie con uomini che ebbero l’ardire di sfidarla perendo sotto la sua spada.
Rimarrà, tuttavia, un grande esempio di donna libera di scegliere. E come la protagonista dei manga di Riyoko Ikeda: oltre a trasudare eleganza era carica di un erotismo passionale che non poteva essere espresso e non solo per via dell’armatura che indossava, ma per via dei sentimenti nascosti ad un distratto conte di Phersen, che verrà poi sostituito dal vero amore: André Grandier, figlio della sua governante. Lui un plebeo, lei una nobile, lui un rivoluzionario, lei il comandante delle guardie del Re, si troveranno fianco a fianco, combattendo per la libertà del proprio Paese e per loro stessi.
Insomma sarebbe bello conoscere qualcosa in più su Maria Puteolana che in qualche modo ha ispirato personaggi come Lady Oscar, trasferita però in una città e un’epoca più romantica e illuminata.